Le nostre edizioni vertono prevalentemente sulla traduzione o ripubblicazione di monografie e biografie di rivoluzionarie anarchiche. Questo perchè attraverso le nostre pubblicazioni vogliamo trasmettere la nostra visione del mondo, la nostra idea in primis.
Inoltre ci sembra che troppo spesso la memoria anarchica sia scritta al maschile. Con questo non intendiamo escludere a priori la possibilità di pubblicare testi scritti da compagni di sesso maschile se li trovassimo interessanti ma poniamo la nostra ricerca alle vicende al femminile perchè crediamo siano state ricoperte di polvere . E nel farlo vogliamo distruggere il mito dell’impavido eroe anarchico.
Se il mito serve a spiegare la realtà è vero che le anarchiche, e gli anarchici, sono valorose combattenti fatte di pietra adamantina, inscalfibili dal mondo sensibile che le circonda? O sono semplici esseri umani, fatte di carne e sangue che soffrono e provano emozioni anche devastanti e sono queste sensazioni che le spingono a ribellarsi ed opporsi alle oppressioni?
Non vogliamo partecipare alla costruzione di un immaginario, men che meno se fagocita tutte le esperienze individuali, comuni ma non per questo banali, per ricollocarle in un’aurea di eccezionalità: fantastiche chimere da sognare ad occhi aperti per crogiolarsi nella propria ignavia ad assomigliare al divino. Non si tratta di un gioco di ruoli in cui si definisce la propria identità sulla basa di un mito ma piuttosto la disintegrazione del mito come base da cui partire per creare la propria unicità ed individualità.
Non siamo interessate a suscitare consenso, stupore, ammirazione, adulazione o fascino. Non ci alletta la persuasione come metodo di lotta. Non siamo orientare e collocare nel tempo e nello spazio il soggetto anarchico all’interno di una grande Storia dotata di senso per svolgere funzione coesive e di integrazioni all’interno di un gruppo che si fa ‘comunità’. Non costruiamo mythoi, non facciamo storytelling, come si ama dire oggi, no. Noi riportiamo al presente, attraverso la memoria, percorsi e progetti così come la valenza dei loro contenuti di vita, di idee e di lotta. Ciò che ci sollecita il cuore e la mente è la possibilità, come forsennati prometei, di rubare il fuoco sacro e bruciare tutto, persino l’idea di mito.
Sta a chi legge, però, decidere cosa fare di queste vite, se usarle come feticcio da venerare (e quindi farne un mito) o al contrario come punti di partenza per costruire la propria storia.
Il nostro è un progetto ambizioso, ne siamo consapevoli.
Da anarchiche non possiamo che pretendere tutto e più di tutto, ma sappiamo anche che non possiamo ottenerlo da sole. Per questo chiunque voglia collaborare con noi (abbiamo diverse traduzioni in cantiere ) o proporci del materiale è ben accetta/o. Collaborare significa avere non solo intenti e passioni comuni ma anche condividere un percorso che neghi ogni principio autoritario, dentro e fuori di noi con una propensione all’introspezione e alla pratica della messa in discussione di se stesse, costantemente, perchè la passione per la libertà è una passione distruttiva. Mai statica. Sempre in movimento, per questo anche costruttiva. Se dovessimo fermarne il moto diventerebbe una condizione di status quo, che si incancrenisce nell’immobilismo. Necessario è quindi un sentimento viscerale immininte di rivolta permanente contro il destiono.
“Un’idea non deve essere lasciata alla pura comprensione, non deve essere appresa dalla sola ragione, ma deve essere convertita in sentimento, deve essere assorbita dai “succhi dei nervi e dal sangue del cuore” scrivevano i chernoznamensty su Burevestnik (30 ottobre 1906).
Le vite che ci preme rispolverare sono un’avventura esplosiva lanciata contro una società intollerabile, contro un futuro senza speranza. L’atto di rivolta di donne e uomini risponde solo a se stesso, fedele alle sue origini, conquista quell’attimo di libertà nel momento stesso in cui la società di cui è prole si dintegra.
Non siamo alla ricerca di certezze ma di dubbi perenni. Siamo affamate di modi in cui gli individui si sono rivoltati contro la Storia.