LE FURIE, dette anche “le colleriche ”, erano divinità del mondo sotterraneo, personificazione femminile della maledizione edella vendetta, secondo Sofocle figlie delle terra e delle tenebre.
In questa collana editiamo monografie a carattere auto e biografico prevalentemente di rivoluzionarie anarchiche. Prediligiamo in queste pubblicazioni narrazioni personali provenienti da fonti dirette perchè riteniamo che solo le loro parole possano esprimere al meglio le vicessitudine, le emozioni e i sentimenti vissuti.
In una nostra introduzione ci siamo chieste:
Se il mito serve a spiegare la realtà è vero che le anarchiche, e gli anarchici, sono valorose combattenti fatte di pietra adamantina, inscalfibili dal mondo sensibile che le circonda? O sono semplici esseri umani, fatte di carne e sangue che soffrono e provano emozioni anche devastanti e sono queste sensazioni che le spingono a ribellarsi ed opporsi alle oppressioni?
Non vogliamo partecipare alla costruzione di un immaginario, men che meno se fagocita tutte le esperienze individuali, comuni ma non per questo banali, per ricollocarle in un’aurea di eccezionalità: fantastiche chimere da sognare ad occhi aperti per crogiolarsi nella propria ignavia ad assomigliare al divino. Non si tratta di un gioco di ruoli in cui si definisce la propria identità sulla basa di un mito ma piuttosto la disintegrazione del mito come base da cui partire per creare la propria unicità ed individualità.
Non siamo interessate a suscitare consenso, stupore, ammirazione, adulazione o fascino. Non ci alletta la persuasione come metodo di lotta. Non siamo orientare e collocare nel tempo e nello spazio il soggetto anarchico all’interno di una grande Storia dotata di senso per svolgere funzione coesive e di integrazioni all’interno di un gruppo che si fa “comunità”. Non costruiamo mythoi, non facciamo storytelling, come si ama dire oggi. No. Noi riportiamo al presente, attraverso la memoria, percorsi e progetti così come la valenza dei loro contenuti di vita, di idee e di lotta. Ciò che ci sollecita il cuore e la mente è la possibilità, come forsennati prometei, di rubare il fuoco sacro e bruciare tutto, persino l’idea di mito.
Sta a chi legge, però, decidere cosa fare di queste vite, se usarle come feticcio da venerare (e quindi farne un mito) o al contrario come punti di partenza per costruire la propria storia.